Da Adria a Comacchio in camper
La notte a Adria passa tranquilla e alla mattina, dopo il consueto caffè amaro come la vita andiamo a visitare la cittadina.
Il parcheggio è fuori dal centro e impiego una mezzoretta di camminata per arrivare nel centro storico di Adria, segnato dalla presenza del Canal Bianco, una diramazione del Po di Levante.
Sicuramente la parte più bella è costituita dalle “riviere” cioè di tutti gli edifici che si riflettono nell’acqua del canale. Purtroppo la mancanza di acqua si sta facendo sentire (cavolo, non piove seriamente da 100 e passa giorni… come sarà questa estate?? ) e il colore dell’acqua non è proprio invitante. Cercando su internet scopro che, in questo e negli altri canali vengono tenute gare di “street fishing”, con catture veramente considerevoli.
Mi piacerebbe visitare il Museo Archeologico Nazionale ma è chiuso e probabilmente, con il cane, non potrei entrare.
Lascio Adria e, con la calma proseguo verso Comacchio e la sua comoda area camper.
Lungo il percorso faccio due soste: la prima a Mesola, per dare un occhiata al castello e al Po che scorre nei suoi pressi, e all’Abbazia di Pomposa. Allungo ulteriormente il giro per fare qualche foto alla Sacca degli Scardovari, nel Delta del Po. Questa zona di pesca è segnata, sulle sue rive, dalla presenza di tantissime “palafitte” armate per la pesca con i bilancini che mi ricordano i famosi trabocchi, “macchine da pesca” decantate da Dannunzio.
Arrivo a Comacchio giusto per fare qualche foto e delle riprese con il drone al tramonto: questa cittadina mi piace veramente tanto, sono attratto dalle sue valli da pesca e dalle tradizioni dei luoghi, prima fra tutte la pesca alle anguille (che devo ancora assaggiare). Nella valli di Comacchio tanti fenicotteri che, purtroppo, si tengono a debita distanza… ci vorrebbe un 500 mm.
