La 100 Miglia dell’ Istria di Valentina
La 100 Miglia dell’Istria è una ultramaratona che si tiene da ormai 5 anni in Croazia, con partenza da Labin (Albona) e arrivo a Umag (Umago).
Immaginate di correre (e di camminare…) per 170.9 km, percorrendo sentieri e mulattiere che vi faranno attraversare boschi, montagne, valli… di notte e di giorno… con delle condizioni meteo che spesso variano continuamente mettendo a dura prova non solo il fisico ma anche la mente… non è una cosa per tutti, ci vuole allenamento e una “testa dura” non da pochi, come i 338 finisher della 100 Miglia dell’Istria.
E’ innegabile: sempre più runners sono attratti dalle gare di Trail Running su lunghe distanze, le ultramaratone (gare di corsa con distanze superiori quindi ai canonici 42,195 km della maratona).. se qualche anno fa parlare di gare di 100 miglia destava stupore ora, invece, gare su queste distanze sono sempre più diffuse. E si va anche ben oltre, come, ad esempio, i 330 km del Tor des Geants (con 24.000 di dislivello positivo… ) e altre gare sempre più “estreme”.
Sono gare per super atleti? No, ma per atleti adeguatamente preparati. Sono “gare” (forse sarebbe meglio parlare di “viaggi”, sia in senso fisico che interiore… ) che necessitano di una preparazione seria, che non si improvvisano…. altrimenti si può rischiare qualcosa che va ben oltre ad un “semplice” infortunio.
Questo il sito della gara: http://www.istria100.com/ e di seguito il racconto di Valentina, a cui vanno i nostri complimenti… 🙂 Brava Valentina!
7-9/04/2017 100 MILES OF ISTRIA ULTRATRAIL – V EDIZIONE
La mia 100 Miles of Istria finita in 46 ore e 22 minuti ….terminata grazie a Davide e Luigi….premurosi e presenti compagni d’avventura senza dei quali questa conquista non sarebbe stata possibile.
07/04/2017 ore 16.00 partenza da Labin in una splendida giornata di sole…tutti pronti sulla linea di partenza in un tripudio di colori e con l’adrenalina tanto alle stelle quasi da percepirla.
La prima discesa veloce ci porta a livello mare a Rabac per poi proseguire con salite e discese verso il primo ristoro a Plomin (17.7 km). Qui mi ristoro tra arance, frutta secca e qualcosa di dolce. Ad ogni ristoro c’è un tabellone in cui viene indicato dove ci si trova, quanti km sono stati fatti, quanti mancano al prossimo ristoro e al traguardo. Un modo per me per alleggerire la mente affrontando la gara da ristoro a ristoro.
Rinfrescati ripartiamo verso il ristoro di Bodaj, ci fermiamo nel bosco per prepararci alla notte, la prima notte, mettendo vestiario più pesante e preparando le frontali inseparabili compagne nelle tenebre.
Il corpo si adegua all’arrivo della notte….gli occhi si tendono, la concentrazione si rafforza , il dispendio di energia cambia perché bisogna anche scaldarsi.
Adesso l’ascesa è la vera ascesa quella che ti spezza il fiato, passo dopo passo con gli inseparabili bastoncini arriviamo al ristoro…nel nulla c’è un enorme falò e una piccola casetta in cui poter bere e mangiare (ci hanno offerto anche della grappa).
Bene, siamo al 32 km.
Ci facciamo scaldare un attimo dalle fiamme del fuoco, uno sguardo verso l’alto…..il Monte Ucka è lì che ci aspetta stagliato nel cielo in tutta la sua maestosità. Il Monte Uckà è la quota più alta che raggiungeremo in questa corsa, un altro falò ci accoglie prima della breve ma ripida risalita fino alla cima attraverso un impervio single track che sale a serpentina.
Una luna rotonda e luminosa ci segue e protegge come un angelo custode e il vento soffia su di noi fino alla cima. Uno sguardo al panorama fatto di piccole luci e che mi fa sorridere e via in discesa verso Poklon il prossimo ristoro e primo cancello orario al 43.1 km.
Il ristoro a Poklon è qualcosa di fantastico…..musica, tifo, risate e tavoli imbanditi di ogni tipo di cibo e bevanda per tutti i gusti e le esigenze…..sarei rimasta li ore.
Consultiamo gli orologi e siamo bene, abbondantemente entro il cancello orario delle 11 ore. Ormai è notte fonda e ci aspetta il tratto più impegnativo prima di arrivare alla base vita di Buzet (89.3 km). Prossimo obiettivo il ristoro di Brgudac (57 km).
Nella traversata notturna tutto è permeato dal silenzio del bosco che dorme ed è incredibile come anche il nero possa avere le sue sfumature portando a distinguere il nero della terra, dal nero della vegetazione al nero delle ombre.
L’arrivo al ristoro è accompagnato dal risveglio della natura all’alba. In questa prima notte ho avuto un inizio di allucinazioni ma che ho cercato di gestire concentrandomi sul respiro e i passi. Ripartiamo dal ristoro che albeggia e prossima tappa è quella di Trstenik (74.3 km).
Il tratto è uno dei più lunghi con sali / scendi continui passando da boschi a ciclabili a radure. Intanto si è fatto giorno e il sole illumina e riscalda il nostro andare. La temperatura si alza e anche un po’ la stanchezza. Dopo una discesa impegnativa e a strapiombo finalmente arriviamo al ristoro dove unico mio desiderio è stato quello di un buon e caldo caffè.
Calcoliamo che passata l’ultima cima l’arrivo a Buzet (89.3 km) dovrebbe andare abbastanza liscio per essere in tempo con il secondo cancello orario delle 24 ore. Ritemprati, riprendiamo la traccia…..la risalita alla cima è breve ma ripida e da lì via in una discesa spacca gambe su sentierini quasi invisibili e ciclabili ciottolose.
Finalmente arriviamo a Buzet…. Un po’ di asfalto e raggiungiamo la palestra dove è allestita la base vita e dove ci aspettano le nostre borse e un pasto caldo. Siamo circa a metà gara e ci concediamo al massimo un’ora di sosta, sosta che riusciamo a gestire bene in 50 minuti.
E si riparte…..un po’ più leggeri per aver compiuto il tratto più impegnativo ma anche concentrati perché all’arrivo a Umago mancano comunque 81.6 km per 2604 metri di dislivello. Prossima tappa è il ristoro a Hum (101.5 km) a cui si arriva attraverso una serie di sali / scendi abbastanza leggeri spezzati da alcuni corsi d’acqua da guadare.
Nell’avvicinarsi al ristoro comincio a fare i calcoli di quanto ci manca ad arrivare al prossimo cancello orario e panico…..mi rendo conto che forse a questo ritmo potremmo non arrivare in tempo….c’è la stanchezza, la seconda notte che sta per iniziare e le vesciche ai piedi ma la mia determinazione è superiore a tutto questo! Al ristoro ci consultiamo e decidiamo di cercare di restare uniti ma aumentando il ritmo. Ripartiamo cercando di mettere da parte la stanchezza….dopo un’ora e dopo altro consulto ci separiamo da Davide accordandoci però di rimanere in contatto telefonico.
Aumento il ritmo per stare dietro a Luigi….in salita me la cavo meglio che in discesa dove i piedi fanno davvero male ma cerco di non pensarci. Quindi arriviamo al ristoro di Butoniga (118.5 km) dove mi incerotto i piedi e bevo qualcosa di caldo. Da qui al prossimo ristoro ci aspettano due salite “strappanti” e due ripide e sassose discese, stringiamo i denti e via.
Guardando verso l’alto vediamo il paese di Motovun prossima tappa (129.9 km) che sembra irraggiungibile e invece tagliando per i boschi arriviamo alla base del paese, ormai è notte fonda e sul selciato pietroso si sente solo il picchiettio dei bastoncini…..arriviamo alla piazza in cima al paese ed ecco il ristoro.
Mi siedo e dò di nuovo un’occhiata ai piedi che cerco di proteggere meglio che posso per sentire meno dolore possibile. Un rapido spuntino e ripartiamo alla volta di Oprtalj ristoro del 138.6 km e cancello delle 39 ore.
Sono ore e ore che sono sveglia e stavolta le immancabili allucinazioni da privazione da sonno sono più fantasiose e numerose che mai…..persone, cose e animali mi si materializzano davanti, ogni macchia sull’asfalto e ogni sasso che guardo si trasformano in animali e teschi grottescamente sorridenti, cammino ma in realtà dormo e me ne accorgo perché sbando.
Non possiamo fermarci dove siamo però, dobbiamo e vogliamo raggiungere il cancello orario e riposeremo li. La risalita per arrivare ad Oprtalj è lunga ed erta e finalmente dopo qualche km di asfalto arriviamo al ristoro con più di due ore di anticipo sulla chiusura del cancello e quindi possiamo permetterci di riposare un po’. Punto la sveglia in modo tale da dormire un’ora scarsa, mi stendo su una branda e praticamente nonostante luci, rumori e freddo perdo conoscenza.
Ore 5.45 la sveglia suona, siamo abbastanza riposati ma poggiare i piedi per terra mi ricorda subito quanta strada ho già fatto e quanta ne manca ancora.
Ormai è l’alba quindi le frontali non servono più e possiamo ripartire con il sollievo di essere accompagnati dalla luce naturale. Anche l’animo si ritempra e abbiamo voglia di chiacchierare. Al ristoro di Groznjan (149.8 km) arriviamo con un bel sole e con la temperatura che comincia a salire. I pensieri sono tanti….da un lato solo voglia di sedersi a tempo indefinito e dall’altra la forza di andare avanti nonostante tutto, di non mollare nemmeno per un secondo solo perché alla fine manca “poco”… un po’ di pane al ristoro e via per quel poco che ci separa dal ristoro di Buje (157.5 km)….una ciclabile che nel suo piattume sembra infinita in cui le bandierine del tracciamento sembrano non avere fine e poi finalmente una svolta secca a sinistra ci fa scendere verso Buje.
Al ristoro gli amici che ci attendono a sorpresa con un caffè ristoratore e ci dicono, finalmente, “Ci vediamo all’arrivo!”.
Ed eccoci qui con l’ultimo step da fare, con gli ultimi maledetti 13.4 km che ci separano da Umag , dal traguardo. Non mi sembra vero che sono arrivata fino a qui tutto sommato bene. Cerco di concentrarmi sul camminare, butto via la stanchezza che ormai è oltre ad ogni tipo di conforto possa voler trovare, mangio noci, barrette e bevo acqua come se fossero pozioni magiche rinforzanti. Il sole adesso picchia sulla testa nell’attraversare i campi verdi con l’erba mossa da una leggerissima brezza.
Dal 45 km alla fine c’erano i cartelli intervallati ogni 5 km ma adesso inizia il vero conto alla rovescia…..4….penso a quanti sono 4 km nei miei allenamenti……3…..il numero perfetto nè troppo nè troppo poco….2…..guardo l’orizzonte e intravedo la sagoma rossa dell’arco…..1……il cuore batte forte e si riempie di emozione …..per un attimo mi si riempiono gli occhi di lacrime …..sono li ad un passo dal traguardo ……e poi attraversiamo la strada e le transenne ci guidano sul percorso ed eccolo lì ….il tappeto ….quel tappeto che tutti sognano di calpestare …..e che ha portato al raggiungimento di questi incredibili 170.9 km!!
La medaglia al collo, le foto, gli abbracci degli amici e questa avventura sembra finita ma nel mio cuore resterà impressa per sempre con tutti i pensieri che in queste ore velocemente interminabili hanno riempito mente e cuore ….salite e discese …ristori da raggiungere…cancelli orari da rispettare…forza di volontà superiore ai dolori.
Questo per me è il trail, non una gara ma un viaggio con se stessi in cui si entra in una dimensione temporale in cui ore, minuti e secondi sono solo il corollario di emozioni, percezioni, odori, rumori e panorami da mozzare il fiato.
Grazie a chi mi ha seguito e a chi ha creduto in me.